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sabato 26 agosto 2023

Un Messaggio in Bella Vista


Mi stupisco ogni giorno di come la maggior parte delle persone, indipendentemente dal loro livello di istruzione, dal loro credo e dal loro bagaglio di esperienze, rifiutino di accostare la figura di Gesù alle cognizioni scientifiche del suo tempo ...

Arcana Ricordo





La politica romana, lo sappiamo bene, era piuttosto avversa ad impartire la cultura alle masse: la diffusione della cultura era una minaccia per l'impero, soprattutto quando posseduta da non romani: ricordiamo bene il supplizio che i Romani inflissero ad un genio come Archimede di Siracusa, ma anche la vicenda oscura dell'incendio della Biblioteca di Alessandria, centro culturale universale dell'epoca, della cui esistenza si cercò persino di eliminare il ricordo. Ancora oggi, non siamo certi dell'anno in cui la biblioteca venne data alle fiamme: si parla di una data compresa tra il 48 A.C. e il 642 D.C. Intendiamoci: i Romani non erano ignoranti, solo che privilegiavano la diffusione di alcune discipline a scapito di altre. Tuttavia, è altamente probabile che in questo contesto desolante, la cultura greca, egizia ed ebraica relativa alle scienze naturali e soprattutto all'astronomia sia sopravvissuta in circoli ristretti, in maniera un po' "carbonara" diremmo oggi.


Mi sembra molto improbabile che Gesù, che in ogni occasione diede prova di consocere a menadito le Scritture, ignorasse del tutto gli studi dei filosofi esistiti prima di lui: Platone, Aristotele, Eratostene di Cirene, Anassimandro di Mileto, Eudosso di Cnido, Callippo di Cizico e tanti altri. Questi studiosi erano depositari delle cognizioni astronomiche del tempo: cognizioni che per certi versi erano persino superiori a quelle odierne e che venivano usate anche in maniera divinatoria e oracolare. La cognizione degli effetti delle energie celesti sull'umanità era una disciplina scientifica, che permetteva di tracciare un percorso evolutivo e identificare il proprio posto all'interno di quel percorso.


Nelle Scritture, a mio avviso è stato codificato un Messaggio che Gesù riteneva di importanza capitale trasmettere alle generazioni future. Tale messaggio riguarda la misura dei tempi che realizzano quel percorso evolutivo: una specie di elenco di pietre miliari, poste ai margini della Storia, che avrebbero aiutato i posteri a riconoscere il proprio stadio e il numero di "giri di giostra" mancanti per arrivare al gran finale. Quel Messaggio è stato scritto in forma cifrata: per la precisione, codificato in simboli. I motivi di tale scelta sono principalmente 3, tutti finalizzati ad impedire che il messaggio venisse intercettato e distrutto da chi non ne fosse il destinatario. Chi avrebbe potuto avere interesse a distruggere il messaggio? Io identifico tre tipologie di soggetti:

  • Uomini di potere, qualunque potere terreno, di qualunque epoca, che vedono nella fine dei tempi una minaccia al proprio dominio. Sicuramente la fine dei tempi costituiva una minaccia per il potere imperiale, per cui Roma avrebbe dovuto durare per l'eternità.

  • Uomini guidati dalle forze sataniche, per i quali i tempi finali rappresentano il momento della gloria perduta e il riscatto da eoni di sudditanza alle leggi divine, fin dal momento della caduta di Lucifero. Costoro, concentrati sul diabolico piano di eliminare Dio e prenderne il posto, hanno tutto l'interesse affinché sulla Terra nessuno si accorga del cambiamento nel momento in cui inizieranno a prevalere sulle forze Celesti.

  • Uomini di fede, sinceri seguaci dell'insegnamento spirituale del Cristo, vissuti in ogni epoca. Costoro, temendo di oscurare l'insegnamento Spirituale del Cristo - che, intendiamoci, è comunque infinitamente più importante del Messaggio - avrebbero preferito eliminare completamente dai testi sacri ogni elemento estraneo a quell'insegnamento, per non distogliere l'attenzione dei fedeli.


Ecco perché il Messaggio è stato codificato in una maniera talmente intelligente, da renderlo perfettamente invisibile a miliardi di persone, e permetterne la consegna in forma sostanzialmente integra ai suoi legittimi destinatari: l'umanità del XXI secolo, o perlomeno una parte di essa. Il messaggio è stato inserito introducendo nel Vangelo simboli molto precisi, ben visibili, ma allo stesso tempo ben nascosti: Betlemme, la mangiatoia, Betsaeda, l'intera Passione di Cristo, costituiscono riferimenti ad elementi e ad eventi celesti. Si tratta di riferimenti inequivocabili ed estremamente coerenti. Al contempo, tali elementi non avrebbero mai potuto essere rimossi dai Vangeli perché avrebbero alterato sostanzialmente la descrizione del contesto in cui si sviluppano le vicende di Gesù di Nazareth.


Il Messaggio Rimosso

In effetti dei tentativi di rimozione ci sono stati, specialmente in epoca proto-cristiana: i Vangeli Gnostici, come per esempio il meraviglioso Vangelo di Tommaso, prescindono completamente dalla descrizione della vita e della morte di Gesù. La maggior parte degli oltre 100 Loghion che contiene, sono seplici affermazioni di Gesù precedute dall'espressione "Gesù disse". I detti riassumono in maniera straordinariamente sintetica l'insegnamento di Cristo, penetrando direttamente nelle profondità del lettore e lasciando segni indelebili che vanno ben al di là del livello del semplice ascolto mentale. Il Vangelo di Tommaso è quindi uno strumento eccezionale di autoconoscienza, il cui valore è stato riconosciuto anche da Papa Benedetto XVI, sebbene non per il valore spirituale dei contenuti, ma come strumento per lo "studio delle origini cristiane". Sta di fatto che lo gnosticismo venne escluso dal culto Cattolico ufficialmente riconosciuto e venne perseguitato per millenni. Si può escludere che il motivo di tale accanimento da parte della Chiesa sia dovuto proprio al tentativo di eliminazione del Messaggio dai Vangeli?


Un secondo tentativo di rimozione del messaggio riguarda l'eliminazione delle chiavi necessarie per la sua corretta decodifica. Sappiamo che il messaggio può essere decifrato soltanto proiettando la vita di Cristo sullo Zodiaco, accordando il moto apparente che il Sole ha per effetto della precessione degli equinozi. Il moto del punto vernale - il punto in cui il Sole si trova durante l'equinozio di primavera - corrisponde alla vita di Gesù bambino: i Vangeli di infanzia di Matteo e Luca. Il moto del punto solstiziale estivo - il punto in cui il Sole si trova, appunto, durante il solstizio d'estate - corrisponde alla vita di Gesù adulto.

  • I Vangeli di Luca e Matteo riferiscono come Gesù Bambino nacque a Betlemme (la Vergine), venne chiamato Re dei Re (Leone), fu deposto in una mangiatoia (Cancro) e a 12 anni (cioè dopo 2 ere astrologiche complete: Leone e Cancro) entrò in Gerusalemme (Gemelli), ecc.

  • I Vangeli di Marco e Giovanni invece descrivono la vita di Gesù adulto e iniziano con il Battesimo di Gesù nel Giordano, corrispondente all'istante in cui il Solstizio d'Estate era allineato con il centro della Via Lattea, che da terra sembra proprio un fiume.


Tutti i Vangeli si concludono con la crocifissione di Cristo, corrispondente all'istante in cui il punto solstiziale estivo viene a coincidere con la seconda croce celeste formata dall'eclittica e dall'equatore galattico. Tale evento deve essere stato giudicato talmente importante, talmente catartico e fondamentale dai fondatori della Chiesa Cattolica, che costruirono l'Istituzione proprio attorno al segreto del suo prossimo accadimento. Con ogni probabilità, coloro che hanno gestito e guidato la Chiesa Cattolica nel corso dei secoli non erano al corrente del messaggio, che era invece ben noto ai primi cristiani e agli autori dei Vangeli (che personalmente ritengo essere stati effettivamente gli Apostoli di Gesù). Il motivo è semplice: gli Evangelisti devono aver pensato che per far sì che il messaggio arrivasse integro ai posteri, al di là di cambiamenti politici, economici, culturali di portata millenaria, sarebbe stato più prudente che le Guide della Chiesa non lo conoscessero. A loro fu dato soltanto il duplice incarico di trasmettere il Messaggio nella sua forma più integra, contribuendo alla sua massima diffusione (predetta dallo stesso Gesù) e contrastare la diffusione di messaggi altamente spirituali, ma privi dei contenuti simbolici del Messaggio: ecco perché la Chiesa si è trovata suo malgrado a dover perseguire gli eretici, le streghe, ecc.


La costruzione del messaggio era quindi pronta: l'intera vita di Gesù poteva essere proiettata sulla volta celeste. Tuttavia, il moto di precessione degli equinozi è estremamente lento: 1 grado angolare ogni 72 anni. Per definire delle date certe e precise non basta dire "allineamento tra il punto solstiziale e l'equatore galattico", perché tale allineamento ha un margine di errore troppo grande. Da un lato occorre quindi introdurre nei racconti dei riferimenti che aiutino il lettore, o meglio, l'iniziato, a orientarsi: tali riferimenti sono, per esempio, il taglio dell'orecchio di Malco, o il bacio di Giuda. Dall'altro, occorre avere riferimenti precisi nel cielo ... e proprio sulla distruzione di tali riferimenti le forze sataniche si sono concentrate con una precisione e una determinazione senza pari.


Il Punto Zero Precessionale

Poniamoci alcune, semplici domande. Quando inizia il giorno? Che domanda: il giorno inizia a mezzanotte, quando il Sole si trova bla bla bla ... Quando inizia il mese lunare? Il mese lunare inizia con la Luna nuova: quando la luna si trova dalla parte del Sole rispetto alla Terra bla bla bla ... Quando inizia l'anno tropico? L’anno tropico può essere definito come l’intervallo di tempo che intercorre tra due successivi passaggi del Sole al punto vernale durante il suo moto apparente annuo ecc. ecc. Benissimo, quindi ogni ciclo ha un inizio e una fine, che coincide con l'inizio del ciclo successivo. Ottimo. Quindi quando inizia il Grande Anno, l'anno precessionale? Beh, ehm, non si sa ... sì, c'è un ciclo, ma non c'è un punto di inizio.


Come "non c'è un punto di inizio"?!?? Qualunque accidenti di ciclo ha un punto di inzio e questo no??? Ecco, questo è un evidente caso di "rimozione": il punto di inizio deve esserci stato, in passato, ma le forze sataniche hanno fatto di tutto per eliminarne ogni traccia. Al momento, la "scienza ufficiale" suggerisce che la scoperta del moto di precessione degli equinozi risalga a Ipparco di Nicea, vissuto - guardacaso! - due secoli dopo Cristo. Non solo hanno distrutto qualunque prova storica che consenta di far risalire la conoscenza della precessione degli equinozi a epoche precedenti, in modo che fosse impossibile correlare tale conoscenza alla figura di Gesù. Hanno addirittura cancellato ogni conoscenza scientifica circa il moto di precessione: vi pare normale che una civiltà dotata un tale livello tecnologico sufficiente a calcolare, che so, l'allontanamento reciproco tra le galassie usando l'effetto doppler, una civiltà che calcola la lunghezza del metro in multipli della lunghezza d'onda della luce blu, non sia in grado di esprimersi in maniera chiara e univoca circa la durata del ciclo precessionale? Che significa "approximatively 26.000 years"?


Ammettere che Gesù conoscesse la precessione degli equinozi spalancherebbe una porta a chi sta cercando di spiegare che tale conoscenza è alla base dei racconti (nel senso di racconti di veri fatti storici) della vita di Gesù contenuti nei Vangeli. La conoscenza dell'esatta collocazione del Punto Zero precessionale è la condicio sine qua non per determinare l'esatta posizione dei confini d'Era e dunque determinare accuratamente la data d'ingresso nell'Era dell'Acquario.


lunedì 17 ottobre 2022

Download free ebook


Chiedo scusa ai visitatori: non mi ero accorto che il download degli ebook era stato disabilitato a causa dell'aggiornamento da parte di Google delle policy di sicurezza. Ora gli eBook dovrebbero comparire direttamente quando si clicca sui rispettivi riquadri in basso a destra. Per cortesia, lasciatemi un commento se riscontrate ancora difficoltà nel download. Grazie.


Arcana Ricordo




giovedì 2 giugno 2022

L'Ucraina e l'Anti-lancia di Longino


Non amo parlare di attualità su queste pagine. Nel mondo moderno dei media (parola latina, che preferisco leggere "media", con la "e", piuttosto che all'americana con la "i") il ciclo di vita di una informazione è brevissimo: una informazione nasce, viene travisata, quindi pubblicata, poi adeguatamente falsata, strumentalmente commentata ed ingiustamente dimenticata in tempi brevissimi. Qui invece abbiamo bisogno molto più tempo per commentare, distorcere e poi magari anche raddrizzare le informazioni ed i ragionamenti: ci muoviamo coi tempi lenti della macchina celeste, che si muove inesorabilmente, senza lasciarsi influenzare dalle miserie del nostro orizzonte personale e collettivo.


Tuttavia, a volte devo lavorare in deroga a questo principio, perché alcuni eventi sembrano confermare alcune ipotesi (non mi azzardo a chiamarle predizioni), oppure perché assumono un carattere epocale: determinano cioè (o perlomeno sembrano essere in grado di determinare) cambiamenti permanenti, che marcano indelebilmente un'epoca. L'iniziativa russa in Ucraina è uno di questi eventi: non tanto per la violenza della guerra, che non sembra molto diversa da quella riscontrabile in numerosi altri conflitti in varie parti nel mondo, quanto per alcuni aspetti curiosi, di carattere più esoterico che politico o strategico. D'altra parte, penso di poter affermare un concetto ben noto ai lettori quando affermo che geopolitica o strategia internazionale sono sempre - e dico sempre - determinate da motivazioni di carattere principalmente esoterico.


Arcana Ricordo



L'operazione militare speciale russa in Ucraina è iniziata il 20 Febbraio 2022. L'intento dichiarato di Putin era di mettere in sicurezza le aree del Donbass, nella zona orientale del Paese, al confine con la Russia. In poco più di un mese, tuttavia le forze russe hanno occupato una parte consistente di territorio ucraino: a nord i Russi hanno raggiunto in tempi record la disastrata zona di Pripyat, dove il 26 Aprile del 1986 si verificò il misterioso incidente della centrale nucleare di Chernobyl. Da lì, sono avanzate in direzione della capitale. Ad est, l'azione russa si è concentrata su Charkiv, seconda città del Paese per popolazione, situata a 40 km dal confine russo. A sud, le zone costiere sono state teatro di intensi scontri, recentemente conclusi con la resa del Battaglione Azof a Mariupol. Al momento, è soltanto marginalmente interessata dalle ostilità è stata la città di Odessa, probabilmente il principale porto ucraino.



Ucraina: mappa dell'operazione russa
(fonte: Limes)


Non voglio ergermi a ciò che non sono, cioè un esperto di strategia militare, ma questa azione non è un po' troppo dispersiva rispetto agli obiettivi dichiarati? L'operazione militare speciale aveva lo scopo dichiarato di liberare i territori del Donbass - le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk - e di "denazificare" l'Ucraina, ossia in parole povere di abbattere il governo attuale, insediandone uno del tutto nuovo, in grado di realizzare una politica interna ed estera più vantaggiosa per la Russia.



Rispetto agli obiettivi dichiarati, mi pare evidente che l'"operazione" ha preso una piega piuttosto differente. L'obiettivo di "denazificare" l'Ucraina è stato fortemente ridimensionato, riducendosi alla sola neutralizzazione del famoso - o famigerato - battaglione Azof, che si è recentemente arreso alle forze russe dopo settimane di intensi scontri a Mariupol. Il governo Ucraino non è invece stato abbattuto; anzi, contro ogni possibile previsione, le forze russe hanno addirittura abbandonato Kiev, lasciando a Zelensky la possibilità di invadere i teleschermi di tutto l'occidente. I vergognosi media occidentali non hanno dato il giusto risalto alla scelta russa di abbandonare Kiev, eppure è evidente che una operazione militare finalizzata alla conquista di uno Stato non può prescindere dalla completa occupazione della sua capitale: questa scelta è quindi determinante per comprendere che il reale obiettivo di Putin è molto diverso da quello inizialmente dichiarato.


Anche la messa in sicurezza delle repubbliche filorusse sembra un obiettivo non conforme alle azioni con cui è stato perseguito; prova ne sono il fatto che a quasi tre mesi dall'inizio dell'operazione, non tutti i territori dei separatisti sono stati liberati: l'iniziativa russa si è invece intensificata in zone molto lontane da questi territori, come la zona costiera, o l'area di Charkiv. Sicuramente questa scelta è motivata anche da ragioni di natura strategica ed economica, ma è possibile che esistano anche altre motivazioni, più "sottili". Stiamo per avventurarci lungo un percorso piuttosto tortuoso e mi spice di doverla prendere tanto alla lontana, ma la spiegazione di ciò che aviene in Ucraina potrebbe avere una origine piuttosto lontana.



Qualche anno fa (come vola il tempo!) ci siamo occupati di una curiosa ley line, che seguendo l'indicazione di un misterioso personaggio del passato, abbiamo deciso di chiamare "la Lancia di Longino". Il personaggio in questione è Nostradamus e l'indicazione che avevamo al tempo seguito era la Quartina II, 79, a cui il blogger Natale Lanza, pregevole studioso dell'opera di Nostradamus, attribuisce una notevole importanza Natale Lanza, arrivando adddirittura ad identificarla come la quartina conclusiva delle Centurie, a valle dell'opera di riordinamento delle quartine necessaria a ricostruire il messaggio originale di Michel de Nostredame.




La barba crespa & nera, attraverso un meccanismo
soggiogherà la gente crudele & fiera:
Da longino, la grande Cheren libererà
tutti i prigionieri dalla bandiera lunare.


Come forse i lettori ricorderanno, l'affascinante ipotesi sollevata dal Lanza è che Nostradamus abbia codificato nelle Centurie un messaggio rivolto ai Templari del nostro tempo, riguardante una indicazione segreta concernente il Sacro Graal. Nostradamus non rivela cosa sia il Graal (beh, per l'esattezza dovremmo dire che Nostradamus non rivela mai un accidente di niente: non penso esistano scritti più astrusamente criptici dei suoi; ragion per cui normalmente mi tengo ben lontano dai temi che lo riguardano e dal trarre conclusioni basate sui suoi scritti), ma il quadro che Natale Lanza dipinge nei suoi libri prospetta un Graal molto diverso dal "Sang Real" di Baigent, Leigh e Lincoln (ripresi poi dal fuffavendolo Dan Brown).


Non voglio spendere altro tempo richiamando concetti già espressi nel post originale dedicata alla "Lancia di Longino", pertanto esorto i lettori a rileggerlo, se lo desiderano. Qui mi preoccupa soltanto far notare che la Lancia di Longino è un percorso piuttosto noto all'interno delle Scritture. Ricordando che anticamente l'Etiopia era parte dell'Egitto, la ley-line sembra una delle possibili traiettorie che Mosè percorre dopo aver liberato il popolo d'Israele dalla schiavitù in Egitto, durante il cammino verso la Terra Promessa. Nel Kebra Nagast, Menelik percorre la ley-line in senso inverso dopo aver trafugato l'Arca dell'Alleanza dal Tempio di Salomone. Anche Giuseppe scappa dalla Terra Santa per rifugiarsi in Egitto, con lo scopo di proteggere la moglie Maria ed il piccolo Gesù dalla furia infanticida di Erode.


Il Kebra Nagast indica che la "Lancia di Longino" è correlata all'Arca dell'Alleanza; Nostradamus sembra rivelare una sua connessione con il Sacro Graal. Ebraismo e Cristianesimo sono uniti nell'interesse verso questa linea: come mai? La chiave può essere forse trovata nel Libro di Salomone, quando parla dell'Arca dell'Alleanza. Questo manufatto, destinato a contenere le tavole della Legge, era per gli Ebrei infinitamente prezioso: garantiva la vittoria in battaglia e proteggeva il popolo garantendo prosperità e benessere. Salomone fece costruire il Tempio di Gerusalemme proprio per custodirvi l'Arca, all'interno del "Debir", il Sancta Sanctorum, accessibile soltanto ad un ristretto gruppo di sacerdoti iniziati.


I racconti biblici descrivono l'Arca come un oggetto capace di esprimere una volontà propria; di scegliere il luogo della propria permanenza e di punire severamente chi avesse tentato di sfruttarne il potere a proprio vantaggio. Queste peculiarità dell'Arca la rendevano un oggetto impossibile da rubare: il Kebra Nagast racconta che Menelik riuscì nell'intento soltanto perché l'Arca aveva spontaneamente deciso di lasciare la Terra Santa e spostarsi in Etiopia, dove secondo la tradizione locale è tutt'ora custodita, nella Cattedrale di Nostra Signora di Sion ad Aksum.




Nel post La Storia Araba della Santa Croce e dei Trenta Denari, abbiamo evidenziato come il Tempio di Salomone sia stato costruito utilizzando tecniche e materiali di origine celeste. Lo stesso Tempio sembra intimamente connesso all'assetto planetario ed ai suoi equilibri: il manufatto che conserva, l'Arca dell'Alleanza, è l'energia pura che il Sole riversa sul pianeta in determinati periodi della sua storia. Naturalmente, le modalità con cui questa energia viene irradiata cambiano quando l'assetto planetario cambia. Gli spostamenti dell'Arca dell'Alleanza riflettono queste variazioni d'assetto: semplificando, potremmo ipotizzare che l'Arca dell'Alleanza rappresenti il momento in cui il Sole splende allo Zenith.


In questa ottica, potremmo identificare il Regno di Salomone con un'epoca estremamente remota, in cui l'asse terrestre era molto più inclinato di ora e la Terra Santa si trovava in zona equatorial-tropicale. Il trasferimento dell'Arca verso i territori dell'Etiopia ha coinciso con un "raddrizzamento" dell'asse terrestre, che ha causato, tra l'altro, l'inabissamento di Atlantide e la sparizione dell'Antartide sotto i ghiacci. Mi piace pensare che questi due eventi si siano verificati entrambi all'inizio dell'emiciclo precessionale attuale, ma in realtà non esistono prove geologiche che possano confermare questa ipotesi: l'Atlantide non è mai stata trovata e i carotaggi antartici sembrano indicare che al polo sud fa freddo da parecchie centinaia di migliaia di anni.


Proviamo comunque a proseguire nell'esposizione, anche se non abbiamo il conforto della scienza. Il fatto che la "Lancia di Longino" sia stata percorsa da nord a sud e viceversa in diverse occasioni, sembra indicare che il pianeta cambia il proprio assetto periodicamente, raggiungendo due diverse configurazioni. Una è quella attuale; l'altra prevede un asse terrestre molto più inclinato rispetto all'eclittica. La "Lancia di Longino" rappresenta l'entità della variazione di inclinazione: la sua lunghezza, pari a esattamente 2.222 km, corrisponde all'incirca a 20,0 gradi terrestri (1 km = 0,008 gradi). La simbologia biblica suggerisce quindi che durante ogni sconvolgimento planetario, l'asse terrestre aumenta o riduce la propria inclinazione di circa 20'.



Cosa succede se si prolunga la ley-line oltre la Basilica del Battesimo di altri 2.222 km? Beh, si ottiene qualcosa di veramente interessante: la linea che ho chiamato "Anti-Lancia di Longino" attraversa il Mediterraneo orientale, la Turchia, il Mar Nero e punta decisa verso Kiev. Superata la città, termina dalle parti di Prypiat: la località dove si trova la centrale nucleare di Chernobyl. Per completezza, dobbiamo dire che la linea attraversa esattamente il guscio protettivo costruito attorno al nocciolo fuso della centrale e termina circa 4 km più avanti. La precisione dell'allineamento è a dir poco strabiliante.


Lancia di Longino ed Anti-Lancia


La centrale di Chernobyl è nota per il terribile incidente nucleare avvenuto nel 1986, che ha costretto le autorità locali ad evacuare la zona, tuttora disabitata ed inabitabile. Il sito è famoso per le imponenti opere di contenimento che sono state realizzate in tempi relativamente recenti. La zona di Prypiat è stata tra i primissimi obiettivi Russi, il cui obiettivo dichiarato era garantire la sicurezza del sito nel corso delle operazioni militari e sembra che i russi abbiano comunque mantenuto il controllo congiunto del sito insieme agli ucraini anche in seguito alla ritirata da Kiev.


Nel corso degli anni, sono usciti diversi documenti che hanno sollevato dubbi sulla "versione ufficiale" relativa all'incidente di Chernobyl: abbastanza famoso il film "Il complotto di Chernobyl, the Russian Woodpecker", che evidenzia numerosi punti sospetti nella vicenda, anche non ne condivido le conclusioni. Sorgono diversi dubbi: come mai la centrale è stata costruita proprio in corrispondenza del termine dell'anti-lancia di Longino? E' possibile che l'incidente sia stato volutamente provocato, per liberare questa area sensibile da sguardi indiscreti? Esiste forse un piano per aumentare lo scostamento naturale dell'asse terrestre, a fronte del futuro sconvolgimento previsto in corrispondenza dell'ingresso nell'Era dell'Acquario?



Se un piano esiste per alterare l'inclinazione terrestre, chi lo finanzia deve poterne trarre qualche vantaggio. Una rotazione di 40° dell'asse terrestre porterebbe l'Ucraina in zona tropical-equatoriale: porterebbe il sole allo Zenith, l'Arca dell'Alleanza in Ucraina! Quale posto migliore per costruire una Nuova Israele? Lo ammetto, potrebbe sembrare il delirio di un folle; tuttavia sembra esistere davvero il progetto per creare un nuovo Stato di Israele in Ucraina: si chiama "Progetto Gerusalemme Celeste" (Heavenly Jerusalem) e prevede l'instaurazione del nuovo stato nei territori interessati dal conflitto russo-ucraino.



Ucraina - Il progetto "Gerusalemme Celeste"



Il progetto del nuovo Stato è stato annunciato da Igor Berkut, attuale presidente del partito "Grande Ucraina", che lo ha illustrato negli anni passati, presentando una road-map decennale per la sua costituzione, a partire dall'anno 2019. La capitale del nuovo Stato, la Nuova Gerusalemme, dovrebbe sorgere dove ora si trova la città di Dnipro: già oggi, qui vive la più grande comunità ebraica del Paese. La città è esattamente al centro della zona di conflitto, ma dai pochi resoconti disponibili, sembra essere stata solo marginalmente interessata dalle azioni belliche. A detta del suo fondatore, il progetto ha richiesto cospicui finanziamenti, che sono stati elargiti principalmente da enti culturalmente e finanziariamente vicini a Israele ed utilizzati per "scopi informativi".


Alla luce di quanto appena esposto, appare forse meno sorprendente che Israele sia stato l'unico Stato occidentale a mantenere i rapporti con il "nemico" russo durante tutto il conflitto; che Zelensky non faccia mistero delle proprie origini ebraiche e abbia dichiarato apertamente di voler costruire in Ucraina una "Nuova Grande Israele". Tutto sembra indicare l'esistenza di un piano concordato tra Russia ed Ucraina per fare piazza pulita di vecchi edifici ed infrastrutture ormai inadeguate. In questa ottica il conflitto diventa soltanto una cruenta demolizione controllata, in cui i poteri "in gioco" fingono di scontrarsi per raggiungere un comune obiettivo ... a spese della gente comune.


In questo quadro non molto edificante, vorrei proporre un fotogramma di una vecchia intervista ad Igor Berkut. Davanti alla sua scrivania è stato ricavato un vano destinato ad ospitare una miniatura del mondo, in cui non sono visibili le coste o i confini nazionali, ma soltanto la griglia di meridiani e paralleli. Non ci vuole molto a capire che l'inclinazione dell'asse terrestre del modellino è molto superiore agli attuali 27° circa ... una inclinazione di 65° è pienamente compatibile con le ipotesi appena esposte!



Intervista a Igor Berkut


sabato 26 marzo 2022

I Due Alberi del Paradiso

Dò il benvenuto a Carmen nella nuova veste di redattrice del Blog, con un articolo davvero stimolante, pieno di intuizioni secondo me significative e che avvalorano e completano il quadro che cerchiamo di offrire in questo spazio virtuale. Un grazie a Carmen e un Buona Lettura ai visitatori.


Arcana Ricordo


I Due Alberi del Paradiso
di Carmen


Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e inversamente,
per formare le meraviglie della cosa unica.


[ Tavola di Smeraldo ]


Questo è, senza dubbio, l’insegnamento più famoso tra quelli contenuti nella Tabula Smaragdina (“Tavola di Smeraldo”), scritto tradizionalmente attribuito al leggendario Ermete. Secondo il redattore dell’antico testo, ciò che si trova in basso, sulla Terra, manifesta corrispondenze con ciò che si trova in alto, nel cielo; tesi che è – lo vedremo – alla base di questo, come anche di tanti altri articoli presenti sul Blog.



Il primo libro della Bibbia ci racconta che in Eden, una sconosciuta regione del mondo primigenio, il Creatore diede forma a un giardino e ai suoi alberi.


Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden,
a oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato.
Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi
piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi,
tra i quali l’albero della vita in mezzo al giardino
e l’albero della conoscenza del bene e del male.


[ Genesi 2: 8, 9 ]


Il primo, l’albero della vita, è menzionato anche nella parte finale del libro dell’Apocalisse.


Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra,
perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più.
Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme,
scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.


[ Apocalisse 21: 1, 2 ]


In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume
stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno,
porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero
sono per la guarigione delle nazioni.


[ Apocalisse 22: 2 ]


In merito al luogo nel quale si trova il Paradiso Terrestre con i suoi formidabili alberi, le Sacre Scritture forniscono informazioni piuttosto vaghe. In compenso, però, alzando semplicemente lo sguardo, ciascuno di noi può ammirare ogni notte una copia dell’inaccessibile giardino. Fra le stelle, nel “Paradiso Celeste”, è infatti possibile individuare sia l’albero della vita che l’albero della conoscenza del bene e del male.



Chi ha guardato la IV parte del film Il Presepe Celeste, saprà già che, alla luce dell’inedita esegesi biblica ivi proposta, “la città di Gerusalemme corrisponde alla costellazione dei Gemelli, dove si trova la croce (celeste, ndr). La croce è considerata il punto d’origine dell’eclittica e dell’equatore galattico: per questo motivo Gerusalemme rappresenta anche l’intera volta celeste”. E dunque, se Gerusalemme (corrispondente alla costellazione dei Gemelli) rappresenta l’intera volta celeste, è possibile affermare che la croce che si trova presso di essa, proprio come l’albero della vita, “dà dodici raccolti all’anno e porta il suo frutto ogni mese”, in quanto coincide con l’intera eclittica e ingloba quindi tutti i segni zodiacali (che, come ben sappiamo, sono dodici). L’albero della vita corrisponde, pertanto, alla croce celeste che sorge tra la costellazione dei Gemelli e quella del Toro, sulla quale il 21 giugno 2020 è venuto a trovarsi il Sole Precessionale, figura di Gesù Cristo.



Croce Celeste Toro-Gemelli
(cliccare sull'immagine per ingrandire)


Di fronte alla “Croce Gemelli-Toro” si leva la “Croce Sagittario-Scorpione”, in cui si trova l’altro punto d’intersezione tra eclittica ed equatore galattico.



Croce celeste Scorpione-Sagittario

(cliccare sull'immagine per ingrandire)


Nei pressi di questa seconda croce, che corrisponde all’altro albero (l’albero della conoscenza del bene e del male), è situata la costellazione del Serpente, lo scaltro animale che tentò la prima donna.


Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti.
Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»

La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare;
ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto:
“Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”».
Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto;
ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio,
avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi,
che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza;
prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò.




La costellazione dello Scorpione, che è collocata nelle immediate vicinanze della croce celeste, ospita una delle quattro “Stelle Regali” degli antichi Persiani: Antares. Esso è l’astro più luminoso della costellazione e ne sta esattamente al centro, tanto che in antico era chiamato con il nome arabo di Ķalb al Άķrab (Calbalacrab), che significa “Cuore dello Scorpione”. Sempre nella quarta parte del film Il Presepe Celeste, si scopre che i Magi di cui ci parla il Vangelo sono in realtà stelle: “i migliori candidati a interpretare i Magi sono le quattro Stelle Regali degli antichi Persiani: Regulus, Aldebaran, Fomalhaut e Antares”. È vero, “la tradizione ci ha abituato a pensare che i Magi fossero tre, ma il Vangelo si limita soltanto a precisare che tre era il numero dei doni”.


Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre;
prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori,
gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.





Le stelle Regulus, Aldebaran e Fomalhaut rappresentano sia i Magi che i loro doni: oro, incenso e mirra. C’è, perciò, un problema: a fronte di quattro stelle, che corrispondono ad altrettanti Magi, i doni elencati dal Vangelo sono solamente tre; ne manca quindi uno, quello corrispondente alla stella Antares. Come si è già detto, Antares si trova nella costellazione dello Scorpione, la quale è collocata accanto alla croce celeste da noi definita, appunto, “Croce Sagittario-Scorpione”. L’albero della conoscenza del bene e del male, che essa rappresenta, produce un frutto, il quale, su invito dell’astuto serpente, è stato raccolto e mangiato dai progenitori dell’umanità.


Non è dato sapere quale fosse l’aspetto del famigerato “frutto proibito”, ma la tradizione (sopratutto a partire dal Medioevo) l’ha spesso associato a una mela o una melagrana. Entrambi i frutti si lasciano agevolmente accostare all’immagine del cuore; e un cuore, il Cuore dello Scorpione, è la stella Antares, che è pure di colore rossastro. Il suo nome, derivante dal greco, significa infatti “contro Ares”, il dio della guerra noto ai latini come Marte, da cui il pianeta rosso prende il nome. Antares, dunque, è così chiamata perché si “oppone” al pianeta Marte, in quanto entrambi i corpi celesti sono caratterizzati dallo stesso colore, ovvero il rosso.


Ricapitolando, la stella Antares:
  • è soprannominata “cuore dello Scorpione”;
  • è di colore rosso;
  • si trova presso la cosiddetta “Croce Sagittario-Scorpione”, che rappresenta l’albero della conoscenza del bene e del male.


Tutti questi indizi sembrano sufficienti a dimostrare che Antares simboleggia il frutto proibito, il dono offerto dal Quarto Mago all’Umanità che precedette il Diluvio. Anche Leonardo Da Vinci sembra essere giunto a simili conclusioni. Nella sua opera Adorazione dei Magi, infatti, il personaggio che è stato associato dall’autore del Blog al Quarto Mago, Antares: colui che non porta apparentemente alcun dono, ma con una mano indica il proprio cuore.


Leonardo da Vinci - Adorazione dei Magi


In cielo, dunque, possiamo osservare due croci/alberi: uno, a cui si accostano Adamo ed Eva, che porta la Morte, e l’altro, su cui sale il Secondo Adamo, ovvero Gesù Cristo, che dona la Vita.


Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato... [...] Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno che è Gesù Cristo. Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti.





giovedì 23 dicembre 2021

Auguri!


A tutti un caloroso augurio di Buon Natale!

Di norma, ci auguriamo tutti che il Nuovo Anno sia più semplice e sereno dei precedenti, ma in fin dei conti i problemi che dobbiamo affrontare indicano che stiamo facendo un percorso di crescita, dal quale usciremo più forti e consapevoli. A tutti l'augurio di poter ottenere dal Padre la Forza per affrontare le prove che dovremo sostenere e la Gioia nel cuore necessaria per riuscire a vedere il bello in tutto ciò che ci circonda!

Arcana Ricordo

martedì 7 dicembre 2021

I Confini dell'Esistenza


Mi rendo conto che non sono ancora riuscito a mostrare ai lettori una visione d'insieme riguardo ai temi che trattiamo qui. Quando si inizia a decifrare la simbologia astronomica presente nei Vangeli, ci si accorge che l'immagine che si ottiene è caratterizzata da una straordinaria coerenza: ogni simbolo è legato agli altri e tutti insieme permettono di mappare sulla volta celeste non soltanto la vita di Gesù, ma il nostro stesso percorso esistenziale.

Gesù non è soltanto una figura storica di straordinaria portata: il personaggio raccontato nei Vangeli rappresenta anche la scintilla divina presente in ciascuno di noi. Egli è l'anelito vitale, la voce interiore che ci guida per il giusto cammino, il senso stesso della vita; ma è anche lo Spirito di quella "generazione" umana, nata ai tempi del diluvio, che da allora ha intrapreso un percorso evolutivo che l'ha portata all'attuale stato di sviluppo.

Arcana Ricordo



Tutti sappiamo che l'esistenza terrena è finita: inizia il giorno in cui nasciamo e termina il giorno della nostra morte. Un giorno qualcuno mi ha fatto osservare come Gesù sia l'uomo che riesce a travalicare i confini dell'esistenza umana: nasce dal grembo di una madre vergine e, una volta morto, lascia un sepolcro vuoto. Gesù non ha un padre biologico: il dogma dell'Immacolata Concezione, che domani festeggeremo, ci insegna che Maria era vergine al momento del concepimento e tale è rimasta dopo il parto. Dalle parole che l'Angelo rivolge a Maria "tu concepirai un figlio" [ Lc. 1, 31 ], sappiamo che la Madonna è in effetti la Madre del Redentore, non una semplice "prestatrice di utero" per un embrione già fecondato altrove. Tuttavia, l'agente fecondante che consente la genesi del Bambino proviene da una dimensione non terrena, atemporale, propria dello Spirito: la stessa dimensione a cui il suo corpo martoriato farà ritorno, dopo essere stato deposto dalla croce e chiuso nel Sepolcro.



Leonardo da Vinci - Annunciazione
(cliccare per ingrandire)


Le religioni ci insegnano che in realtà anche noi possiamo trascendere i confini dell'esistenza terrena. Una parte di noi appartiene infatti alla dimensione atemporale: esisteva prima della nostra nascita e continuerà ad esistere dopo la dissoluzione del corpo fisico. Questa affermazione è vera sia per il singolo individuo, sia per il collettivo umano: quell'organismo a cui tutti apparteniamo, fatto di "civiltà umane" in continua evoluzione. Il nome che Gesù attribuisce ai collettivi umani vissuti in ogni tempo è generazioni: insiemi di anime che si trovano a determinati livelli evolutivi e che condividono determinate esperienze in particolari epoche storiche. La simbologia astronomica presente nei Vangeli ci porta a identificare il tempo di vita di ciascuna generazione con un periodo avente la durata di un emiciclo precessionale: all'incirca 13.000 anni. Anche le generazioni hanno una esistenza confinata tra due eventi: uno creativo e l'altro distruttivo e come gli individui, anch'esse possono lasciare traccia del loro passaggio in quelli che i teosofi chiamano "registri Akashici": le memorie collettive in cui si raccoglie l'esperienza.



Il corpo umano prendere forma all'interno del grembo materno, in un ambiente acquatico; dopo la morte, il corpo perde i liquidi, quindi si decompone e diventa cenere, attraverso un processo di combustione chimica. L'acqua è pertanto l'elemento della nascita, mentre il fuoco è l'elemento della morte. Qui si innesterebbero una serie di discorsi interessanti: non abbiamo tempo per digressioni che ci porterebbero molto fuori strada, ma non posso non osservare che la Fenice è l'uccello mitologico che pone fine alla propria esistenza nel fuoco e che dalle ceneri riesce a rinascere. Anche Gesù nel sepolcro subisce un processo assimilabile alla combustione: i segni sulla Sindone sembrano rivelare come il suo corpo si sia trasmutato, dando origine ad una potentissima radiazione, che ha impresso il telo come se fosse un negativo fotografico.




Gesù è quindi l'essere capace di travalicare la barriera del fuoco, utilizzando questo elemento per poter tornare alla vita. Constatando la capacità di Gesù di rinascere, è abbastanza naturale chiedersi se questa rinascita sia avvenuta una volta sola, o se si tratti di un processo ciclico, in cui ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio. E a questo proposito trovo estremamente significativo un episodio raccontato da un testo apocrifo, il Protovangelo di Giacomo, che riguarda Salomè: l'ostetrica che assistette Maria durante il parto, ma che non riuscì a credere alla Sua verginità.

Entrò l'ostetrica e disse a Maria: "Mettiti bene. Attorno a te, c'è, infatti, un non lieve contrasto". Salome mise il suo dito nella natura di lei, e mandò un grido, dicendo: "Guai alla mia iniquità e alla mia incredulità, perché ho tentato il Dio vivo ed ecco che ora la mia mano si stacca da me, bruciata".

[Protovangelo di Giacomo, 20, 1]


La combustione della mano dell'ostetrica porta a sospettare che l'ambiente pre-natale di Gesù, il grembo di Maria, non fosse caratterizzato dalla presenza di acqua, ma di fuoco, avallando l'idea che il piccolo non si stesse sviluppando per la prima volta, ma anche allora stesse rinascendo come una fenice. A tal proposito occorre specificare che il fuoco non è soltanto l'elemento della rinascita, ma anche e soprattutto lo strumento della più sublime forma purificazione. Lo stesso Giovanni Battista, ovvero colui che per primo iniziò ad usare l'acqua per purificare i peccatori istituendo il Sacramento del Battesimo, insegna che il battesimo con acqua non permette ancora di raggiungere l'assoluta purezza dell'essere: per quella è necessario il fuoco.


Io vi battezzo con acqua,
in vista del ravvedimento;
ma colui che viene dopo di me è più forte di me,
e io non sono degno di portargli i calzari;

egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco.



Anche l'attuale generazione umana nacque dall'acqua: lo sconvolgimento globale che diede inizio all'emiciclo precessionale corrente coincide con ogni probabilità il "diluvio universale". La maggior parte dei più antichi reperti archeologici in tutto il pianeta lascia supporre che un evento globale sconvolse l'assetto planetario in una epoca compresa tra il 12.000 ed il 10.000 A.C. La simbologia astronomica consente di collocare temporalmente questo evento al termine dell'Era della Vergine e all'inizio dell'Era del Leone, avvenuta attorno all'anno 10.960 A.C.. I dialoghi platonici, come il Timeo, raccontano di interi continenti che si inabissarono distruggendo le civiltà che li popolavano. La Bibbia riferisce di piogge estesissime che finirono per ricoprire d'acqua l'intero globo terrestre. E proprio come per l'essere umano, le Scritture prevedono per la generazione una fine nel fuoco: Sant'Agostino parla di una "Grande Conflagrazione" (di cui abbiamo parlato qui) che deve avvenire alla fine dei tempi, dando origine ad un nuovo sconvolgimento dell'assetto planetario.



L'esperienza diretta ci porta a temere il fuoco, per le sue proprietà distruttive. Gesù invece insegna a non temere il fuoco, ma anzi ad utilizzarlo per la propria purificazione e rinascita. E non è l'unico: lo stesso Dante, in viaggio attraverso i Regni dell'oltretomba, racconta di aver attraversato un incredibile incendio e di esserne uscito illeso. Arrivato quasi in cima alla montagna del Purgatorio in compagnia di Virgilio e di Stazio, il Poeta racconta di aver trovato un terribile muro di fuoco a sbarrare il cammino che conduce al giardino dell'Eden, che si trova sulla sommità del monte. Il fuoco è chiaramente una prova tremenda per il Poeta: dopo un cammino tanto travagliato e doloroso, quanto lo è la risoluzione dei propri traumi interiori, Dante appare atterrito all'idea di gettarsi tra le fiamme. Il terrore è tale da renderlo insensibile ad ogni richiamo della sua guida, Virgilio. Riesce a smuoverlo soltanto il nome di Beatrice, che - gli viene detto - si trova proprio al di là delle fiamme.


Testo Parafrasi

Sì come quando i primi raggi vibra Il sole era in quella posizione in cui si trova quando vibra i suoi primi raggi là dove il suo Creatore fu ucciso (Gerusalemme), mentre l'Ebro (Cadice) è sotto la costellazione della Bilancia, e le onde del Gange sono arse dal mezzogiorno; per cui il giorno stava finendo, quando ci apparve lieto l'angelo di Dio.
là dove il suo fattor lo sangue sparse,
cadendo Ibero sotto l’alta Libra,

e l’onde in Gange da nona riarse,
sì stava il sole; onde ‘l giorno sen giva,
come l’angel di Dio lieto ci apparse.

Fuor de la fiamma stava in su la riva, Stava sull'orlo della Cornice, fuori dalla fiamma, e cantava 'Beati i puri di cuore!', con una voce assai più intensa della nostra.
e cantava ‘Beati mundo corde!’.
in voce assai più che la nostra viva.

Poscia «Più non si va, se pria non morde, Poi, appena ci fummo avvicinati, disse: «O anime sante, non si procede più in alto se prima il fuoco non vi brucia: entrate in esso e prestate attenzione al canto che udrete dall'altra parte»;
anime sante, il foco: intrate in esso,
e al cantar di là non siate sorde»,

ci disse come noi li fummo presso; allora, quando lo sentii, divenni tale quale colui che è messo nella fossa (raggelai dal terrore).
per ch’io divenni tal, quando lo ‘ntesi,
qual è colui che ne la fossa è messo.

In su le man commesse mi protesi, Protesi le mani giunte in avanti, guardando il fuoco e pensando con terrore a corpi umani che vidi già bruciati.
guardando il foco e imaginando forte
umani corpi già veduti accesi.

Volsersi verso me le buone scorte; Le buone guide si volsero a me e Virgilio mi disse: «Figlio mio, qui ci possono essere tormenti, ma non la morte.
e Virgilio mi disse: «Figliuol mio,
qui può esser tormento, ma non morte.

Ricorditi, ricorditi! E se io Ricordati, ricordati! E se io ti guidai salvo sulla groppa di Gerione, che cosa farò ora che sono più vicino a Dio?
sovresso Gerion ti guidai salvo,
che farò ora presso più a Dio?

Credi per certo che se dentro a l’alvo Non dubitare che, se anche tu stessi entro queste fiamme per mille anni, non ti potrebbero far cadere neppure un capello.
di questa fiamma stessi ben mille anni,
non ti potrebbe far d’un capel calvo.

E se tu forse credi ch’io t’inganni, E se tu forse credi che io voglia ingannarti, avvicinati al fuoco e accertatene avvicinando ad esso un lembo della tua veste.
fatti ver lei, e fatti far credenza
con le tue mani al lembo d’i tuoi panni.

Pon giù omai, pon giù ogni temenza; Coraggio, deponi ogni timore; voltati da questa parte e vieni, entra sicuro nel fuoco!» E io stavo fermo, sordo a ogni richiamo.
volgiti in qua e vieni: entra sicuro!».
E io pur fermo e contra coscienza.

Quando mi vide star pur fermo e duro, Quando vide che non mi persuadevo a nessun costo, un po' turbato mi disse: «Ora rifletti, figlio: questo muro ti divide da Beatrice»
turbato un poco disse: «Or vedi, figlio:
tra Beatrice e te è questo muro»

Come al nome di Tisbe aperse il ciglio Come Piramo, al nome di Tisbe, aprì gli occhi in punto di morte e la guardò, quando il gelso diventò poi rosso, così, dopo che la mia durezza fu alleviata, mi voltai verso il saggio maestro, udendo il nome che è sempre presente nella mia mente.
Piramo in su la morte, e riguardolla,
allor che ‘l gelso diventò vermiglio;

così, la mia durezza fatta solla,
mi volsi al savio duca, udendo il nome
che ne la mente sempre mi rampolla.

Ond’ei crollò la fronte e disse: «Come! Allora lui scrollò il capo e disse: «Come! Vogliamo starcene di qua?»; quindi sorrise, come si fa con un bambino vinto dalla promessa di un frutto.
volenci star di qua?»; indi sorrise
come al fanciul si fa ch’è vinto al pome.

Poi dentro al foco innanzi mi si mise, Poi si mise dentro il fuoco, pregando Stazio di seguirmi, mentre prima per un lungo tratto si era frapposto a noi.
pregando Stazio che venisse retro,
che pria per lunga strada ci divise.

Sì com’fui dentro, in un bogliente vetro Non appena fui dentro, mi sarei buttato in un vetro incandescente per rinfrescarmi, tanto il calore lì era senza paragone.
gittato mi sarei per rinfrescarmi,
tant’era ivi lo ‘ncendio sanza metro.

Lo dolce padre mio, per confortarmi, Il mio dolce padre, per confortarmi, andava parlando sempre di Beatrice, dicendo: «Mi sembra già di vedere i suoi occhi».
pur di Beatrice ragionando andava,
dicendo: «Li occhi suoi già veder parmi».

Guidavaci una voce che cantava Ci guidava una voce che cantava dall'altra parte; e noi, sempre attenti ad essa, uscimmo dalle fiamme là dove si saliva (all'Eden)
di là; e noi, attenti pur a lei,
venimmo fuor là ove si montava.

[...]

[Purgatorio XXVII, 1-57]


L'attraversamento è una prova dolorosissima, ci dice Dante, se è vero che persino l'idea di gettarsi in una vasca di vetro bollente appare come rinfrescante rispetto al tormento del calore provato. Tuttavia le fiamme non consumano i tessuti del corpo, né le vesti. Soprendentemente, uscito dal muro di fuoco, Dante non si sofferma nemmeno per un secondo a commentare la prova appena superata: è come se il terribile dolore provato sia stato immediatamente dimenticato. In effetti, prima di attraversare il muro di fuoco Virgilio aveva avvertito il pellegrino d'oltretomba che questa specifica fiamma non avrebbe consumato le sue vesti e non avrebbe lacerato le sue carni, senza tuttavia specificare il motivo per cui questo sarebbe avvenuto.


Penso che il motivo sia l'avvenuta liberazione dai tormenti interiori causati dal peccato, cioè dai traumi: nella Commedia Dante conduce il lettore lungo un percorso iniziatico, che gli consente di rivivere i propri traumi attraverso i racconti dei dannati e dei peccatori. Il senso di simpatia e compassione porta ad identificarsi con quei disgraziati, a rivedere nelle loro esperienze gli stessi drammi che noi stessi abbiamo vissuto, esattamente come avviene durante la lettura dei Vangeli. A circa due terzi del poema, il grosso del peso è stato deposto e si è pronti per affrontare la prova del fuoco.



La Grande Conflagrazione è quasi certamente un fenomeno di origine solare. Ha anche una precisa corrispondenza con un dettaglio della Passione di Cristo: la fuoriuscita di Sangue ed Acqua dal costato di Cristo, quando viene colpito dalla lancia di Longino. Ricordiamo che secondo la tradizione, il fluido sacro venne raccolto nella coppa nota come Santo Graal. Nella trasposizione astronomica della Passione (di cui non ho ancora avuto il coraggio di parlare), il crocifisso celeste, cioè il Sole, emette parte del proprio "fluido vitale" (materia della corona e del mantello stellare) nello spazio circostante, durante un potentissimo "brillamento". Il fluido raggiunge la coppa celeste, cioè la Terra, co-creatrice "passiva" della vita, insieme al Sole, co-creatore "attivo". Quel fluido vitale solare, costituita da materia e radiazione, raggiunge il pianeta scatenando la Grande Conflagrazione.


Penso che questo catastrofico evento sia il nocciolo del decimo segreto di Medjugorje, quello che lasciò "sconvolta" la veggente Mirjana Soldo, dopo che ne ebbe rivelazione da parte della Vergine. Sicuramente, una simile eventualità porterebbe "gravissime" (eufemisticamente parlando) conseguenze: l'evaporazione dei mari, l'incenerimento di tutte le piante e la morte degli animali ... in breve, porterebbe all'annientamento della vita sulla Terra per come la conosciamo. Ma è proprio qui il punto: per come la conosciamo! Gesù ha sempre parlato chiaro: "niente attaccamenti"! Le Scritture, le profezie cristiane, i messaggi Mariani, parlano tutti di un incantevole Giardino, in cui noi stessi siamo immersi, che non riusciamo a vedere perché limitati dalla percezione della realtà 3+1-dimensionale. Il fuoco sembra essere l'elemento battesimale, la prova purificatrice in grado di elevarci definitivamente alla forma in cui saremo in grado di percepire il Giardino e tutte le sue meraviglie.


Poter affrontare la prova avendo sensibilmente alleggerito il proprio carico psicologico ed esistenziale, è essenziale per poter attraversare il fuoco della Conflagrazione, esattamente come Dante ha attraversato il muro di fuoco del Purgatorio. Questo fuoco diventa invece motivo di terribile tormento per chi non ha lavorato, per chi non ha cercato di risolvere i propri traumi, ma anzi li ha trasformati in vincoli e barriere della propria personalità, divenuta ormai dominante rispetto all'io. Ecco allora che queste stesse fiamme, tanto leggere per l'animo puro, diventano le "fiamme della Geenna", dove il tempo rallenta fino a fermarsi, trasformando il supplizio in una punizione "eterna". Sorprendentemente, le riveleazioni escatologiche portano a concludere che non esistono "premi" per alcuni e "punizioni" per altri: esistono soltanto eventi che hanno effetti profondamente diversi per persone simili soltanto in apparenza.


Simili soltanto in apparenza erano anche i due "ladroni", che accompagnarono il Signore verso la morte. Uno, di indole malvagia, lo schernì; l'altro, di indole migliore, lo difese. Nella trasposizione astronomica, i due "ladroni" di luce sono i pianeti, che percorrono l'eclittica (uno dei bracci della croce) insieme al Sole. Uno è Marte, dio della guerra; l'altro è Venere, dea dell'amore. Nel caso di un potentissimo brillamento solare, quello che subirebbe le maggiori conseguenze sarebbe inevitabilmente il secondo, più vicino al Sole. Ebbene, le ultime parole che Gesù rivolge al malfattore testimonianzano che il fuoco della Conflagrazione non porta morte, ma vita eterna: ve le ricordate?


venerdì 5 novembre 2021

Centocinquantatré Pesci


Non l'ho mai detto esplicitamente, ma lo devo ammettere: detesto la numerologia. Mi sembra una accozzaglia di calcoli astrusi, ordinati secondo criteri arbitrari, per arrivare a risultati il cui valore è nella maggior parte dei casi del tutto soggettivo. Provo sempre un sottile disagio ogni volta che un numerologo basa le proprie deduzioni scegliendo, che so, il 12 anziché il 7: entrambi sono significativi ed entrambi hanno tanti di quei significati che almeno uno di essi si sposa perfettamente all'ambito di indagine. Perchè dunque scegliere uno al posto dell'altro?

La geometria è - a mio modestissimo avviso - molto più affidabile, meno capricciosa e meno interpretabile: una condizione di tangenza tra un cerchio ed una retta si ottiene una volta sola. La somma degli angoli interni di un triangolo è sempre 180 e un triangolo equilatero è sempre inscritto in un cerchio. E poi la geometria è fatta di immagini, che si prestano molto meglio ad essere tradotte in simboli, soprattutto in simboli grafici, visivi, che possono essere cercati e trovati anche sulla volta celeste.

Questa volta, tuttavia, vale la pena fare un piccolo excursus nella numerologia, per esporre i risultati delle analisi condotte da due lettori, che mi hanno voluto trasmettere alcune interessanti osservazioni. Il fatto che mi ha spinto a chiedere alle persone in questione il permesso di pubblicare il materiale che avevo ricevuto, è che curiosamente le email contenenti quel materiale sono arrivate tutte in un brevissimo arco di tempo. Gli autori - che ringrazio sentitamente - mi hanno gentilmente concesso il permesso di pubblicare, chiedendo unicamente di poter restare anonimi, pertanto mi riferirò a loro usando gli pseudonimi "Carmen" e "Nabucco".

Arcana Ricordo




Tutto ha inizio dal "numero della Bestia", il seicentosessantasei, di cui in passato abbiamo parlato abbastanza diffusamente. Nel post abbiamo evidenziato come il numero rappresenti in un certo senso la misura del Sole: in particolare, esprime il rapporto tra l'angolo giro e l'ampiezza angolare del disco solare. I rapporti sono indipendenti dalle unità di misura, pertanto sono le grandezze più indicate per trasmettere la conoscenza attraverso i millenni. Questo rapporto esprime la dimensione apparente del Sole quando visto da Terra, ossia dal contesto più propriamente umano: è dunque un "numero d'uomo", come espressamente indicato dall'Apocalisse. Ne consegue che la relazione tra il Sole ed il 666 è particolarmente significativa.

La mia personale ipotesi è che il 666 non si riferisca al Sole come è ora, ma a come il Sole è destinato ad apparire nel periodo di crisi, vale a dire fortemente offuscato, quasi spento. Diverse volte abbbiamo toccato il tema dello "spegnimento" del Sole; abbiamo anche provato a formulare alcune ipotesi per spiegare questo incredibile fenomeno, anche se nessuna risulta abbastanza solida da spiegare anche gli altri fenomeni del tutto extra-ordinari a cui dovremmo assistere in tempi di Apocalisse. D'altra parte non è (ancora) il momento di addentrarci in questo tipo di argomenti, perché il tema di oggi è di carattere numerologico. Fermiamoci dunque alla correlazione tra il 666 ed il Sole. La nostra lettrice, Carmen, segnala un articolo comparso sul numero 3/1994 della rivista "Anastasis", che si intitola "666: la Bestia, l'Uomo". La rivista è liberamente scaricabile [ qui ].


L'articolo riporta il quadrato magico associato al Sole. A tal proposito, riportiamo la descrizione offerta dallo stesso articolo:

Un quadrato magico è invece una matrice quadrata, composta dai numeri naturali da uno ad un numero quadrato, ordinati in modo che la somma di tutti i numeri appartenenti ad una qualsiasi riga o colonna od ad una diagonale della matrice è sempre eguale allo stesso numero. E’ facile verificare che il più piccolo quadrato magico esistente ha tre righe e tre colonne [quadrato di "ordine 3" - n.d.a.]. I cabalisti associarono il quadrato di ordine 3 a Saturno, la stella mobile più distante dalla Terra. Aumentarono quindi progressivamente di una casella il lato del quadrato magico man mano che la stella mobile associata era nel sistema tolemaico più vicino alla Terra. Tali associazioni sono così schematizzabili:


Nella successione delle stelle mobili del sistema tolemaico il Sole occupa il posto centrale, essendo più vicino alla Terra di Saturno, di Giove e di Marte ed essendo più distante di Venere, di Mercurio e della Luna, e diffondendo la luce ed il calore (e quindi metaforicamente il Bene) nell’intero universo. Per i cabalisti il Sole era la stella più importante, tanto da associargli l’angelo tradizionalmente più forte, il cui nome significa “chi come Dio”. Il quadrato magico associato al Sole è:


Il numero 666 è la somma di tutti i numeri del quadrato magico associato al Sole, la stella mobile più importante e centrale del sistema tolemaico.

Cito ora la email di Carmen.

Se sommiamo i numeri che costituiscono lo “schema” del quadrato magico, ovvero:
    • il 6: numero delle caselle di ogni riga, colonna, diagonale,
    • il 36: numero di tutte le caselle
    • il 111: somma dei numeri appartenenti ad una stessa riga, colonna o diagonale
otteniamo il numero 153!

Il numero centocinquantatre - afferma Carmen - è dunque la somma di tre dei quattro numeri caratterizzanti del quadrato magico relativo al Sole; il quarto numero caratterizzante, il 666, è escluso dalla somma. I due numeri, 153 e 666, sembrano dunque rappresentare aspetti antitetici del quadrato solare: è come se il primo "si opponesse" in un certo senso al secondo. Nei Vangeli, il 153 viene citato nel passo della "pesca miracolosa", che avviene in un tempo successivo alla resurrezione di Gesù:

Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; 
i discepoli però non sapevano che era Gesù. 
Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» 
Gli risposero: «No». Ed egli disse loro: 
«Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». 

Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su 
per il gran numero di pesci. 

Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» 
Simon Pietro, udito che era il Signore, 
si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 

Ma gli altri discepoli vennero con la barca, 
perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti), 
trascinando la rete con i pesci. 
Appena scesero a terra, videro là della brace 
e del pesce messovi su, e del pane. 
Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 

Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a terra la rete 
piena di centocinquantatré grossi pesci; 
e benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 
Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». 
E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» 

Sapendo che era il Signore.



Il numero 153 è anche oggetto della mail di Nabucco:

Su questo numero hanno studiato vari santi tra cui San Cirillo, San Girolamo, ma in particolare Sant’Agostino, che nel commento n.122 al Vangelo di Giovanni spiega che tale numero si ottiene sommando i primi 17 numeri (1+2+3+…+17). Due modi di rappresentare questo numero (153), sono i seguenti:
    • 12^2 + 3^2 (somma di due quadrati, 12 e 3)
    • 17 x 9 (fattori primi)
Nabucco fa osservare che il numero 153 è anche connesso alle apparizioni mariane di Fatima:

Il lasso temporale tra la prima e l’ultima apparizione di Fatima (13 maggio 1917 – 13 ottobre 1917) è di 153 giorni!

Entrambi i lettori colgono appieno l'importanza del numero e formulano ipotesi sul suo sugnificato ultimo. Entrambi concordano sull'ipotesi che esso rappresenti un tempo, ma le due ipotesi differiscono sia per l'unità di misura, sia per il periodo che esso rappresenta.

Per Carmen il numero 153 è in qualche modo correlato al "Regno dei 1.000 anni", che dovrebbe avere inizio al termine del periodo apocalittico. Condivido questa idea, sia per il fatto che il numero compare in un episodio evangelico successivo alla Resurrezione, sia perché questo episodio è particolarmente significativo anche rispetto ad un tema che dobbiamo ancora affrontare: quello dell'inversione precessionale: al momento opportuno spiegheremo perché. Resta da individuare una opportuna unità di misura che consenta di dare un senso a quel numero: anni? Gradi angolari?

Per Nabucco, 153 è il numero di mesi che separa l'evento astronomico del 23 Settembre 2017 dal primo giorno dell'Apocalisse, che dovrebbe quindi verificarsi il 18 Aprile del 2030. Personalmente non condivido questa conclusione, sia perché - come ho già spiegato - non ritengo l'allineamento astronomico del 23 Settembre 2017 particolarmente significativo, sia perché i Testi Sacri mettono in guardia rispetto ad ogni tentativo di calcolo della data del Giorno del Giudizio:

Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa,
neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio,
ma il Padre solo.


Per ora ci accontentiamo di aver capito l'importanza del numero 153 e anche se non abbiamo colto fino in fondo il suo significato, lo teniamo da parte, pronto all'uso per la prima occasione utile. In effetti non sono mancate alcune ipotesi, per la verità non definitive e non conclusive, che tuttavia assumono un senso soltanto dopo aver affrontato il tema dell'inversione precessionale. Dovremo pazientare ancora un po' per ottenere finalmente un post su questo argomento tanto delicato, ma arriverà. Ogni cosa a suo tempo.